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Smart Mobility, viaggio nel futuro della mobilità — Capitolo 2: come cambierà il trasporto pubblico di massa

Le città saranno il luogo dove la rivoluzione digitale dovrà dare le risposte ai problemi più complessi, creando per i servizi di trasporto un’esperienza d’uso talmente semplice e vantaggiosa in termini di tempo e costi da poter finalmente garantire un’alternativa valida al trasporto privato.

L’uomo occidentale moderno si è ormai abituato a pensare alla città come l’ambiente naturale in cui vivere. La storia dell’umanità ci racconta una realtà diversa dato che la maggioranza della popolazione mondiale non è mai vissuta all’interno del contesto urbano.

Solo negli ultimi anni il lento processo di urbanizzazione, iniziato più di 10.000 anni fa, ha portato più del 50% degli abitanti della Terra a vivere in una città. Se in Occidente questo processo si è innescato già da secoli e si è acuito dopo la seconda guerra mondiale, in Asia e Africa stiamo assistendo proprio in questi decenni ad un enorme flusso migratorio che sta portando centinaia di milioni di persone a lasciare le campagne e a trasferirsi in immensi agglomerati urbani già caricati da un boom demografico.

Le città attualmente rappresentano il 2% della superficie del pianeta ma ospitano oltre il 50% della popolazione, coprono il 75% del consumo di energia e producono l’80% di anidride carbonica.

Il futuro della maggioranza della popolazione è nelle nuove megalopoli abitate da decine di milioni di persone. Queste saranno uno dei banchi di prova della rivoluzione digitale. L’innovazione, tecnologica e sociale, dovrà saper creare strumenti di lettura e di azione per gestire questa titanica trasformazione.

Vivere in città dalle dimensioni sconfinate e dallo sviluppo frenetico sarà un’esperienza particolarmente spiacevole se non verranno dotate di servizi e infrastrutture adeguate.

La rivoluzione digitale offrirà a breve nuovi strumenti innovativi per la trasformazione della mobilità privata con un modello che andrà verso l’elettrificazione, la condivisone e l’automazione dei veicoli che saranno connessi con il resto della città.

Nel primo capitolo di questo approfondimento sulla mobilità ne abbiamo analizzato i vari aspetti.

Nella megalopoli del futuro questo tipo di veicolo per il trasporto privato non potrà risolvere da solo i problemi di mobilità del cittadino.

Le città dovranno necessariamente dotarsi di nuove opere infrastrutturali per il trasporto pubblico di massa che potrà avere successo solo se sarà affiancato da un’infrastruttura digitale modellata sulle esigenze del cittadino

La necessità di grandi infrastrutture per le città

Nelle Smart City, tutti quelle strategie e strutture che garantiscono un controllo e una gestione digitalizzata e innovativa dei suoi servizi e delle sue funzioni principali, possono essere paragonate ad un sistema nervoso.

La control room e il sistema diffuso di rivelatori ed attuatori all’interno del tessuto urbano fungeranno da cervello e nervi della città. Le nuove tecnologie come cloud, IOT, 5G, fibra ottica e intelligenza artificiale, in gran parte immateriali, renderanno questo sistema nervoso sempre più efficiente, facilmente aggiornabile e migliorabile.

Se però andiamo a vedere l’analogo dell’apparato circolatorio, cioè il sistema della mobilità, vediamo come questa struttura necessariamente più “materiale” non ha le stesse capacità di adattarsi ed evolvere velocemente.

A differenza della trasmissione delle informazioni, nelle città lo spostamento di persone e beni può avvenire solo attraverso infrastrutture fisiche che vanno costruite a caro prezzo, con acciaio, cemento e asfalto. Nessuna rivoluzione digitale potrà confutare questo fatto.

Per questo motivo tutte le più grandi città del mondo stanno continuando ad investire ingenti risorse in ambiziosi progetti infrastrutturali per la costruzione di metropolitane, ferrovie, ponti e tunnel di dimensioni sempre maggiori per soddisfare le esigenze di agglomerati urbani in rapida crescita.

L’esempio più significativo è la megalopoli che è nata attorno al delta del Fiume delle Perle in Cina. Quest’area metropolitana che va dalla ex colonia britannica di Honk Kong fino alla ex colonia portoghese di Macao passando da Shenzhen, Dongguan, Canton, Foshan, Zhongshan e Zhuhai è la più popolata del mondo.

Tra le due sponde del delta, dove si affaccia la megalopoli, è stato costruito il ponte Hong Kong–Zhuhai–Macao, un’opera infrastrutturale gigantesca inaugurata nel 2018. Questo collegamento permette di unire Hong Kong a Macao, accorciando la distanza tra le due zone più ricche dell’agglomerato urbano che passa da 160 chilometri a soli 30 chilometri. Il tempo di percorrenza è di conseguenza sceso da 4 ore a circa 45 minuti, e il collegamento è garantito tramite un servizio ininterrotto, h24, di bus navetta con un frequenza che va tra i 5 minuti nelle ore di picco ai 30 minuti durante la notte. Un servizio che rivoluziona totalmente il modo in cui ci si sposta ma anche si vive e si percepisce una città.

Elizabeth Line — Crossrail, il mega progetto ferroviario di Londra

Anche nel vecchio continente è in corso la realizzazione di nuove grandi infrastrutture per il trasporto pubblico.

Londra, ormai da secoli polo attrattore di livello assoluto, si continua ad investire per migliorare la mobilità dei cittadini di un sistema urbano diventato sconfinato e che si estende su gran parte dell’Inghilterra del sud.

Qui stanno costruendo la Elizabeth Line, precedentemente nota come Crossrail, una ferrovia lunga 136 chilometri che attraversa in da est a ovest la capitale britannica passando sotto il centro della città e intercettando le più importanti stazioni della metropolitana.

L’opera, che dovrebbe essere ultimata entro il 2020, aumenterà di 1,5 milioni di unità il numero di persone in grado di raggiungere il centro di Londra entro i 45 minuti.

Il Grand Paris Express, un anello per la Ville Lumiere

Anche la capitale francese sta sviluppando la sua mega infrastruttura, per connettere una periferia sempre più grande e popolosa: il Grand Paris Express.

Una metropolitana automatica ad anello che circonda “Le Grand Paris” con due estensioni per un totale di 200 km e 68 nuove stazioni.

Non è un caso che il visionario progetto urbanistico denominato “Grand Paris”, voluto da Sarkozy per trasformare Parigi in una grande metropoli mondiale del XXI secolo, abbia come pilastro fondamentale proprio il Grand Paris Express, cioè un nuovo grande investimento nel trasporto pubblico di massa per connettere meglio la città, ricucire e portare sviluppo nelle periferie e rendere la città più sostenibile a livello ambientale.

Hyperloop e i nuovi metodo di trasporto di massa

Oltre al necessario investimento nelle infrastrutture classiche, recentemente si è affacciata l’ipotesi di poter sviluppare nuovi mezzi di trasporto che vadano oltre la classificazione comune. Esiste il trasporto su gomma, quello su ferro, quello aereo e quello navale ma il recente progresso tecnologico ha permesso di iniziare a sviluppare mezzi di trasporto come gli hyperloop che promettono di essere veloci come un aereo, comodi come un treno ma meno costosi da realizzare e gestire.

Nel 2013 l’imprenditore Elon Musk ha presentato un documento dove si mostravano le prime ipotesi di questo innovativo mezzo di trasporto: una capsula cilindrica della dimensioni di un autobus, in grado di portare una trentina di persone, che viaggia sospesa su un cuscinetto d’aria e viene lanciata da motori elettrici lineari a 1200 km/h dentro un tubo a bassissima pressione.

I tempi di percorrenza a confronti con gli altri mezzi

Dopo l’idea lanciata da Elon Musk attualmente esistono 3 aziende, già mature e che hanno raccolto sostanziosi finanziamenti, che stanno iniziando a realizzare i primi prototipi e a ricevere le prime commesse. Sono le statunitensi Virgin Hyperloop One e la Hyperloop Transportation Technologies e la canadese Transpod, affiancate da una galassia di piccole startup.

Ipotesi di funzionamento di Hyperloop One

Ancora non ci sono date ufficiali per la costruzione del primo hyperloop ma quello che pare un mezzo fantascientifico è ormai prossimo a debuttare. I prototipi esistono e sono funzionanti. Ora non resta che aspettare che venga messa a prima pietra, probabilmente in un paese del Golfo Persico.

Il tracciato di prova di Hyperloop One e la capsula di Hyperloop TT
I primi test della capsula nel tubo di Hyperloop One

Il trasporto pubblico può essere migliorato solo agendo sul software

Il lavoro di continuo ampliamento, ammodernamento e, se possibile, evoluzione delle infrastrutture fisiche è indispensabile ma è dalla rivoluzione digitale che il trasporto pubblico riceverà la spinta decisiva per una adozione sempre più diffusa che porti alla trasformazione delle abitudini dei cittadini.

Molti dei classici problemi del trasporto pubblico possono essere risolti dalle nuove piattaforme digitali, in particolare attraverso applicazioni per smartphone, andando ad incidere su un fattore cruciale: la semplificazione dell’esperienza d’uso.

Per chi predilige l’utilizzo del mezzo privato, il mezzo pubblico è spesso visto come uno strumento vecchio, inefficiente, farraginoso, inaffidabile, faticoso fisicamente ma anche mentalmente da utilizzare.

La rivoluzione digitale offre però le soluzioni per avere nel palmo della mano uno oggetto che permette di:

  • Consultare gli orari e i ritardi dei mezzi in tempo reale
  • Pianificare il percorso migliore visualizzabile su una mappa
  • Acquistare i titoli di viaggio con un click

Questa possibilità accrescere la qualità, la semplicità e l’appetibilità dell’esperienza di viaggio con il mezzo pubblico.

Ma il più grande vantaggio della digitalizzazione è l’aggregazione e l’integrazione dei vari servizi di trasporto disponibili.

Esempio di app per il trasporto pubblico

La digitalizzazione libera tutte le potenzialità dell’intermodalità

Nelle città le possibilità e le modalità di trasporto si sono moltiplicate negli ultimi anni. Da quelle più tradizionali a quelle più innovative, qui abbiamo una breve lista:

  • Treni urbani
  • Autobus
  • Metropolitane
  • Tranvie
  • Taxi
  • Auto in sharing con autista
  • Auto in sharing a flusso libero
  • Bici in sharing a flusso libero

Mezzi diversi, gestiti da operatori diversi, ma che spesso vengono utilizzati in modo combinato per spostarsi tra due luoghi. In particolare i mezzi di trasporto di massa su ferro che, continuando l’analogia con l’apparato circolatorio, non possono offrire un servizio capillare vengono spesso abbinati all’utilizzo di piccoli mezzi di sharing come bici o monopattini elettrici per compiere gli spostamenti dell’”ultimo chilometro”.

Viviamo in un momento di grande sviluppo di nuove piattaforme digitali per le smart city, ma ancora non sono state create delle applicazioni che integrino in modo completo tutti i servizi delle mobilità all’interno del contesto urbano di riferimento.

Ovviamente le motivazioni di questo ritardo sono molteplici. Da una parte abbiamo i sistemi di trasporto pubblico gestiti dalle amministrazioni locali che spesso sono rimaste indietro nel percorso di trasformazione digitale. Nel settore pubblico persistono ancora molte realtà che faticano ad abbracciare l’innovazione, i cambiamenti sono intrinsecamente più lenti e la burocrazia crea attriti che rallentano il cambiamento. Anche una semplice palina con un display che mostra il ritardo approssimativo di un autobus può diventare rappresentare una grande innovazione in questo contesto. Di conseguenza la raccolta, l’analisi e la restituzione dei dati sotto forma di servizi per l’utenza da parte degli attori del trasporto pubblico è un processo estremamente difficoltoso.

Dall’altra parte abbiamo i servizi di trasporto privati, in particolare di sharing, che, sebbene siano molto più avanzati dal punto di vista tecnologico e puntino proprio sull’innovazione digitale come punto di forza per il loro business, presentano anche loro dei problemi: Creare una piattaforma onnicomprensiva di tutti i servizi di trasporto implica che debbano essere messi in comune e aggregati dati e informazioni che sono però una ricchezza fondamentale e gelosamente custodita da questi soggetti privati.

In entrambi i casi il fulcro della questione sono i dati ed è solo riuscendo ad ammodernare e digitalizzare i servizi pubblici e coinvolgere i soggetti privati aggregando le loro informazioni che si potrà creare una piattaforma unica per il trasporto cittadino che sia in grado di offrire un’esperienza d’uso talmente semplice e vantaggiosa in termini di costi e tempo da poter finalmente creare un’alternativa valida al trasporto privato che sta attualmente soffocando i nostri centri urbani.

Se i dati sono la materia prima bisogna sempre ricordare che il protagonista, è il cittadino.

Il cittadino infatti è protagonista non solo in quanto colui per il quale la città e i suoi servizi sono costruiti ma è anche colui che produce la maggioranza di quei dati che permetteranno alla rivoluzione digitale di trasformare il trasporto pubblico nelle nostre città.

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